lunedì 15 agosto 2011

Capo Nord: Tappa 6


1 Luglio 2011
Mo I Rana (N) – Bodo (N) – A (N) 240 Km

La tappa di oggi è una delle più corte del viaggio eppure è una delle più significative sia perché passeremo il Circolo Polare sia perché, se saremo abbastanza veloci, potremo prendere il traghetto delle 15 da Bodo alle Lofoten, descritta da tutti come una meravigliosa oasi naturale. Nel mio piano originale prevedevo di fermarmi almeno un paio di giorni alle Lofoten sia per visitarle bene che per riposarmi un po’. Pensavo di arrivare fin qui parecchio stanco, scopro invece di essere in perfette condizioni probabilmente perché preferendo i climi freddi la guida, anche con la pioggia, non mi affatica più di tanto. 

Tappa 6

Roberto e Marilena condividono il mio piano di viaggio e partiamo, con relativa calma, sotto un cielo che minaccia pioggia, tanto per cambiare…
Oggi seguiremo la E6 fino a Fauske e poi la 80 fino a Bodo. I resoconti dei viaggi che ho letto descrivono questo tratto come un “salto nel nulla” e suggeriscono di fare benzina subito dopo Mo I Rana perché non si trovano distributori per 200 km. Vedremo che le cose non stanno proprio così, inoltre il bassissimo consumo della F800R mi garantisce una autonomia superiore ai 300-350 km per cui in ogni caso non avrei problemi. Il maggior consumo dell’Africa Twin è ampiamente compensato dalla grande capacità del serbatoio. Ad ogni modo in questo tratto i distributori sono distanziati di circa 80 chilometri quindi non troppi anche per le più accanite bevitrici.
Ci fermiamo a Mo I Rana alla ricerca di un bancomat (Mini Bank) perché Roberto e Marilena sono a corto di contanti e una delle loro carte (Bancoposta) non è “gradita” dagli esercizi commerciali (problema da prendere in considerazione…). Mo I Rana è una città medio-piccola dove si respira un’aria da “avamposto del West” (ad Alta questa sensazione sarà ancora più evidente). Strade ampie… vuote, nel complesso piacevole. 

Dopo Mo I Rana l’ambiente cambia drasticamente. La strada sale gradualmente inoltrandosi nel Saltfjellet Nasionalpark in un paesaggio via via sempre più selvaggio. Il cielo plumbeo rende tutto più impressionante. La vegetazione d’alto fusto gradualmente scompare lasciando spazio al paesaggio artico della tundra. La carta indica delle “città” che però sono solo agglomerati di case, spesso non più di due o tre ovviamente senza negozi.


Partenza dal campeggio: il tempo non promette bene...

Il traffico intenso verso il Circolo Polare: Vista verso Nord

Il traffico intenso verso il Circolo Polare: Vista verso Sud




Verso il Circolo Polare Artico

La temperatura è rigida e il vento spazza l’altopiano su cui la strada si snoda con un percorso dalla guida esaltante. Il fondo è perfetto e le curve sono sempre magnificamente raccordate. Nei paesi nordici le autostrade praticamente sono inesistenti e la E6 è l’equivalente della nostra A1… ma a differenza delle nostre autostrade (a parte il traffico inesistente e le sole due corsie) è che queste strade sembrano fatte a misura della natura che attraversano. Nessuno sbancamento distruttivo, niente ponti devastanti. Le strade seguono fedelmente la linea di “minore resistenza” del territorio. Facendo un paragone alpinistico, le strade Norvegesi assomigliano alle prime vie di salita alle grandi montagne, quelle del periodo “esplorativo” che seguivano appunto il percorso più logico aggirando le grandi difficoltà. La E6, utilizzata per il grosso del trasporto su “gomma” in Norvegia, segue sempre linee naturali e i suoi ponti, come tutti quelli visti in Norvegia (ma anche in Svezia) sono strutture architettonicamente molto bilanciate e non invasive.

Quasi senza accorgercene, verso le 10 di mattina ci ritroviamo al Circolo Polare ed è un momento emozionante. Fa freddo ma in maniera sopportabile (o forse sarà la mia attrezzatura che non me lo fa sentire). Il paesaggio è fantastico, montagne bianche di neve si innalzano dalla tundra sotto un cielo sempre molto minaccioso ma che, fino ad ora, ci ha risparmiati.

Eccoci all'ingresso del Centro Visitatori, pronti per lo shopping più sfrenato. Non c'erano i Babbo Natale sulla gondola con i fiocchi di neve nella palla di vetro... Quelli li troveremo sull' "altro" Circolo Polare, in Finlandia...

Il Centro Visitatori

La foto di rito alla palina trigonometrica

 
L’edificio del centro visitatori non è neanche troppo brutto e, tutto sommato c’è poca gente. Ci “diamo il 5” e iniziamo con le foto di rito e con l’ovvia visita al negozio per l’acquisto degli immancabili sticker. Vendono anche dei maglioni molto belli a prezzi accettabilissimi ma purtroppo nei bauletti non mi entra più neanche uno spillo.
In realtà avrei potuto aumentare di 10 litri la capienza delle borse laterali mettendole in posizione più “aperta” però la moto, è perfettamente equilibrata e mi sembra di non avere alcun carico. Meglio continuare così.
Dato che non piove ci addentriamo nella tundra attorno al centro visitatori e passeggiamo per un po’ nell’ampio spazio dove sono stati costruiti innumerevoli “ometti” di pietra, una usanza Sami (la popolazione autoctona, impropriamente chiamati Lapponi) a ricordo dei defunti. Un luogo veramente molto suggestivo.

Neve sull'altopiano del Circolo Polare



Filmato  della distesa di ometti di pietra

Il "campo del Ricordo
Dopo il Circolo Polare la strada inizia a scendere e presto riappare la vegetazione, molto rigogliosa. E’ incredibile come a questa latitudine pochi metri di altezza abbiano un effetto così  marcato. Purtroppo nella discesa inizia a piovigginare e la pioggia continuerà fino a Bodo. Sulla 80 andiamo pianissimo, la strada è stranamente una continua trappola di autovelox e vanno tutti pianissimo. Ci mettiamo dietro un taxi e ce la prendiamo con grande filosofia. Alle 14 siamo a Bodo, in fila per l’imbarco. Ora piove forte. Abbiamo fame (abbiamo mangiato solo un hot dog) ma dato che le moto entrano per prime e dato che abbiamo visto che gli imbarchi si concludono in pochi minuti, decidiamo di mangiare a bordo, Solo io e Marilena dato che Roberto soffre il mare.
Il traghetto è una vecchia carretta dove scopriamo che norvegesi, inglesi, tedeschi.. ecc ecc possono essere molto "italiani"... quando entriamo nell'unico piccolo salone lo troviamo semivuoto. Proviamo a sederci e più o meno gentilmente veniamo avvertiti che il posto e' occupato.. vabbe'.. partiamo e i posti sono sempre vuoti... in maniera un po' brusca chiedo se per caso i posti sono occupati da un fantasma e ci "viene concesso" di occupare tre poltroncine.
Io e Marilena ci facciamo fuori due enormi panini con uovo sodo, maionese ed una montagna di gamberetti (ottimo). Roberto è un po’ titubante poi anche lui mangia qualcosa. Per la cronaca, forse con la complicità del mare piatto, non ha sofferto neanche un attimo J.



Appena il traghetto e' fuori dal porto il salone si riempie... erano tutti fuori e ora che il freddo si e' fatto pungente.... tutti dentro. E noi usciamo (l'abbigliamento da moto ci protegge piu' del dovuto...
Continua a piovere ma ci sono spazi al coperto. Nonostante le nuvole, la pioggia e il grigiore generale l’ambiente è bellissimo. Un tratto di mare con moltissime isolette che il traghetto percorrerà in 3 ore e mezza. Scatto moltissime foto, rimango un po’ indeciso se fotografare anche Roberto e Marilena in versione Innamorati-di-Peynet che si sono addormentati a ridosso dalla pioggia e dal vento e alla fine decido di no….



Uscendo dal porto di Bodo
Pioggia forte in uscita dal porto....


Navigando verso le Lofoten
Aggiungi didascalia

Ad un tratto, più o meno a metà della navigazione, il cielo inizia ad aprirsi e davanti ai miei occhi appare uno spettacolo meraviglioso. In lontananza vedo apparire una specie di castello incantato, Alte montagne con ampie chiazze di neve sbucano dalla foschia che inizia a diradarsi. La visione delle Lofoten che appaiono all’improvviso è letteralmente fiabesca. Uno spettacolo indimenticabile.

 

Fantasmi all'orizzonte


Arriva il bel tempo
 Avvicinandoci alle isole lo spettacolo è ancora più bello

Un enorme scoglio disabitato

Lofoten


Lofoten




In avvicinamento al porto di Moskenes

A poca distanza dal porto

In porto

Un delizioso faro all'ingresso del porto

In porto, pronti a sbarcare
Sbarchiamo a Moskenes in perfetto orario e ci dirigiamo verso la vicina A, la “città” delle Lofoten più a Sud… in realtà un piccolo, incantevole, indescrivibile villaggio quasi tutto su palafitte costruito quasi esclusivamente di “rorbu”, le casette dei pescatori in gran parte ristrutturate e affittate ai turisti. Un posto da FAVOLA…. Le foto e le parole non riescono a descriverne la bellezza.

A e il Museo dello Stoccafisso

Un nido ad A

Rorbu di A
 
Per 1100 NOK (più o meno 140 €) affittiamo una bellissima rorbu con otto (!) posti letto, un grande salone/cucina, due camere da letto, un soppalco con letto, bagno e spazio all’aperto. Tutta in legno… incantevole. Scarichiamo le moto e decidiamo di andare immediatamente in esplorazione di questo Paradiso Terrestre.


La nostra rorbu

La zona Cucina

L'ingresso


Il nostro giretto notturno per le isole
Lungo la E10 andiamo prima a Reine, un altro centro di pescatori ritenuto da alcuni come il più bello delle Lofoten (a mio modo di vedere che ne sono almeno altri quattro che possono meritarsi lo stesso appellativo).




Reine

Reine

A Reine, finalmente senza borse e bauletto...
Reine

Cena all’aperto (con qualche difficoltà dato che sono le 21 passate) ma mangiamo dell’ottimo stoccafisso (in tutte le maniere)… purtroppo niente birra o vino. Il tasso alcoolico tollerato è praticamente 0, basta annusare una lattina di birra chiusa per essere fuorilegge…
Dopo cena via per la E10, fermandoci a fotografare questo luogo incantevole, perdendoci nelle stradine senza una meta precisa (la mappa è indicativa..) alla ricerca del sole di mezzanotte (in questo periodo dell’anno, oltre il Circolo Polare il sole non scende MAI sotto l’orizzonte). Oggi non siamo fortunati perché a mezzanotte il sole è dietro le montagne ma è come guidare alle 20 di una sera estiva in Italia.
In un punto dove strade e ponti si incrociano mi diverto a giocare con i filtri digitali della T8 ma le sensazioni provate ad essere lì non sono riproducibili da una macchina fotografica…







Divertimento con la TZ8...
Alle 2 e 30 del mattino ci infiliamo nei comodi letti della nostra rorbu….

Buonanotte Lofoten





Nessun commento:

Posta un commento