Ci sarebbero milioni di ragioni ma forse la più vera è quella che il grande alpinista degli anni ’20 Gorge L. Mallory disse ad un giornalista che gli chiedeva la motivazione che lo spingeva a tentare la scalata del monte Everest:
“Perché è lì”….
C’è bisogno di una motivazione? No, non ce ne sono, ci sono solo sensazioni, emozioni, contatto con natura e spazi selvaggi, e la voglia del viaggio verso una meta fittizia. Il “viaggio” fine a se stesso perché è nel viaggio che accade tutto e si crea l’armonia con se stessi, con il mezzo meccanico che ci sta portando e con l’ambiente esterno.
Capo Nord, come qualunque altro “finis terrae”, ha un fascino particolare perché rappresenta il punto oltre al quale non puoi più andare, il confine, le Colonne d’Ercole. Come la cima delle montagne che scalavo quando ero giovane. Sulla cima finisce la terra ed inizia l’aria, lo spazio infinito. E la scalata è un po’ come il viaggio.
Perché in moto?
Beh perché Capo Nord in moto è un mito…. È il desiderio confessato ed inconfessabile di ogni Motociclista, di ogni Biker che si rispetti. Perché rappresenta il viaggio verso il Finis Terrae per eccellenza. Ci si affaccia dal pianoro sotto il globo d’acciaio e si guarda a Nord sapendo che non c’è nulla, nessuna terra emersa. Solo il ghiaccio polare, lontano. Poi la terra inizia a “girare” verso Sud e lo sguardo si perde nel nulla e nel vuoto dello spazio.
Perché da solo?
Potrei dire perché non ho trovato compagni di viaggio disposti a muoversi tra giugno e luglio (perché di Bikers che vogliono andare a Capo Nord ce ne sono tanti… quelli che ci vanno davvero un po’ meno). In realtà Capo Nord da soli in moto è un mito nel mito. Un viaggio filosofico alla ricerca di se stessi, alla ricerca della fusione con spazi selvaggi e severi (ma non troppo, siamo sempre in uno dei paesi più ricchi del mondo), dove la maggiore difficoltà è data dalle condizioni atmosferiche.
Un viaggio simile alle mie giovanile scorribande solitarie in montagna… ma con molti meno rischi. Una avventura, si… ma addomesticata.
Tre settimane.
So però che sarà una solitudine molto relativa. Per quel senso di solidarietà che accompagna tutti i Lupi Solitari, i Bikers tendono a socializzare, specialmente quando escono dalla frenesia delle “orecchie a terra” tipiche della Val Trebbia, del Bracco, del Penice o della Cisa e si muovono nei grandi spazi dei viaggi del Mito.
Perché ora?
Perché ne ho le palle piene di vedere la Sanità fatta a pezzi dalla politica. Nel momento in cui si celebrerà l’ultimo scempio che porterà allo smantellamento (o rottamazione) dell’Istituto in cui lavoro da 30 anni e che ho contribuito a costruire voglio essere altrove. Il 1° luglio quando si consumerà una sceneggiata di cui si sa già l’esito non voglio esserci. Per troppi anni mi sono sacrificato per l’Istituto. Sempre reperibile, pronto a lavorare ovunque e a prescindere da tutto attaccato al computer. Questa volta no.
Parto solo con uno smartphone.. che userò non per lavorare ma, se possibile per scrivere qualche nota su questo blog e per rimanere in contatto con la mia famiglia e gli amici.
Del resto, fino a metà luglio non voglio più sentire nulla.
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